[in evidenza]
Quali sono le competenze, gli strumenti e i linguaggi che servono alle Pubbliche Amministrazioni per rispondere alle nuove sfide urbane in modo sempre più efficace e concreto?
Da quando è nata, FROM affianca città ed enti locali per aiutarli a comprendere come stanno cambiando e sviluppare soluzioni su misura per disegnare strategie ed interventi capaci di migliorare la qualità della vita a livello di quartiere, partendo dal coinvolgere e rafforzare le comunità locali.
Abbiamo raccolto il nostro metodo e alcune delle nostre esperienze in questo documento.
Se lavori per una pubblica amministrazione o un ente territoriale e hai un progetto a cui tieni su cui pensi che possiamo esserti utili, contattaci direttamente scrivendo a davide@from.cm.
[work in progress]
Inizia la “Scuola delle Politiche Giovanili” per costruire un futuro per i giovani in Puglia
In un Paese in cui la fuga dei giovani è una sfida concreta, promuovere politiche giovanili efficaci è fondamentale. Per questo Regione Puglia, ARTI Puglia ed ANCI Puglia hanno lanciato la “Scuola di Formazione sulle Politiche Giovanili”, un percorso dedicato agli amministratori locali con delega alle politiche giovanili, curato da noi, per la progettazione di iniziative mirate.
Le metodologie e gli strumenti forniti dal percorso inseriscono la Scuola non solo nell’ambito delle politiche giovanili, ma anche in quelle locali, offrendo ai partecipanti l’opportunità di fare rete, condividere esperienze e costruire una comunità di pratiche a livello regionale.
Il 25 marzo a Bari la prima tappa: una giornata dedicata all'evoluzione delle politiche giovanili in Italia e le peculiarità dell’esperienza pugliese degli ultimi 15 anni. Attraverso anche il confronto con i Comuni di Parma e Milano si è discusso delle priorità e strategie per rendere le nuove generazioni della Puglia più attive nella vita pubblica.
Le prossime tappe del percorso saranno a Bruxelles ad aprile, per entrare in contatto con le istituzioni europee, e a Lecce a metà maggio, con la presentazione finale di nuove iniziative locali da mettere in cantiere.
Sostenibilità e pubblica amministrazione con la Sustainability Winter School di Gruppo CAP: come la formazione può fare la differenza
Sviluppare pratiche sostenibili nei territori è una delle priorità su cui le pubbliche amministrazioni investiranno sempre di più. Per questo nasce la Sustainability Winter School di Gruppo CAP, un’iniziativa che abbiamo avuto il piacere di contribuire a ideare e organizzare coinvolgendo, in questa seconda edizione, 35 rappresentanti dell’amministrazione pubblica lombarda e 11 esperti ed esperte a livello nazionale e internazionale in 8 incontri di formazione.
La scuola è stata organizzata in collaborazione con Regione Lombardia, Città Metropolitana di Milano, ANCI Lombardia, ATO, Utilitalia, Accademia dei servizi pubblici, Confservizi, Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile, Rete dei Comuni Sostenibili, Asvis, FERPI, Fondazione per la Sostenibilità Digitale, WWF, CMCC, 24Ore Business School e Il Giorno.
Questa settimana si è tenuto l’incontro conclusivo, dove sono state presentate le idee progettuali di chi ha partecipato. Dai progetti sono emerse alcune riflessioni comuni: l’importanza di adottare processi decisionali partecipativi e coinvolgere la cittadinanza con una comunicazione efficace, la necessità di analizzare approfonditamente i territori e i bisogni delle comunità e la difficoltà di attivare collaborazioni tra stakeholder diversi in un’ottica integrata e, soprattutto, la mancanza di competenze adeguate più che di risorse finanziarie.
Proprio su quest'ultimo punto si è concentrata la riflessione più rilevante: con l’esperienza e dagli strumenti acquisiti durante il percorso è emerso quanto una formazione mirata sia fondamentale per affrontare le sfide della sostenibilità nei territori.
[appunti su]
Un percorso condiviso per la costruzione di una Comunità Energetica Rinnovabile: che cosa abbiamo imparato?
A Verona è stata costituita una nuova Comunità Energetica Rinnovabile (CER) e si chiama “VeronaGreen”. Questo ulteriore passo verso una città più sostenibile è il risultato del percorso partecipativo “Cerchiamo Energie”, promosso dal Comune, un modello community-driven, che mette al centro le persone e il territorio per una transizione ecologica realmente partecipata e inclusiva.
In questo processo, abbiamo affiancato il Comune organizzando eventi, momenti di formazione e attività di coinvolgimento per far conoscere le opportunità delle CER.
Ecco alcuni appunti su cosa abbiamo imparato dall’essere parte di un processo di partecipazione dal basso:
[1] Fare rete fin dall’inizio. Un processo partecipativo funziona solo se chi ne fa parte condivide un obiettivo comune. Lavorare con enti, associazioni e gruppi locali fin dall’inizio ha reso il percorso più solido e inclusivo.
[2] Andare dalle persone, non aspettare che vengano da te. Parlare con le comunità significa anche andarle a trovare nei loro luoghi, ad esempio, organizzando una festa di quartiere con attività di divulgazione e intrattenimento.
[3] Coinvolgere chi di solito resta fuori. La partecipazione vera include tutte le persone. Non contano il livello di conoscenza, il tempo a disposizione o il senso di coinvolgimento. Organizzare incontri online in orari flessibili o appuntamenti informali è stato fondamentale per allargare la platea.
[4] Rendere accessibile un linguaggio tecnico. Spesso le persone non hanno il tempo e gli strumenti per informarsi su temi complessi. Per questo abbiamo creato “A, B, CER” una guida essenziale per spiegare cos’è una CER, come funziona e perchè è utile consultabile sul sito del Comune.
[5] Costruire insieme (bene) richiede tempo. Fare dei progetti insieme alle comunità significa negoziare, ascoltare, costruire con pazienza. I momenti di confronto e co-progettazione non sono un costo, ma il valore aggiunto di ogni processo partecipativo.
Come FROM, continuiamo a chiederci: come possiamo affiancare le città nella costruzione di processi partecipativi autentici, che portino a risultati concreti?
Ci piacerebbe parlarne con chi sta affrontando le stesse sfide. Scrivi a laura.magnani@from.cm, se vuoi condividere esperienze o confrontarti.
[Q&A]
6 domande a Francesco Brianzi
Francesco Brianzi è dal 2022 Assessore alle Politiche Giovanili, Università e Ricerca di Piacenza, Next Generation EU, Agenda 2030 e progetti europei del Comune di Piacenza. È board member di LEAP e MUSP, centri di ricerca del Tecnopolo della città e ha istituito "Piacenza 2030 - Giovane Città Futura". Oltre al suo impegno come assessore, è anche musicista, compositore e produttore, formandosi in musicologia a Pavia e in percussioni e musica applicata al Conservatorio Nicolini.
[1] Rompiamo il ghiaccio: raccontaci un tuo guilty pleasure.
I dolci. In particolare la torta di Vigolo, una torta al cioccolato piacentina con una storia davvero particolare. Arriva da Vigolo Marchese, una frazione di Castell'Arquato. Da assaggiare.
[2] Qual è il primo posto dove porteresti qualcuno che non è mai stato nella tua città?
Nei Chiostri della Basilica di S. Antonino, in pieno centro, a due passi dal Teatro Municipale e da Piazza Cavalli. All'ombra della caratteristica torre ottagonale, è un luogo ricco di spiritualità a cui sono legatissimo. Ha anche un grande valore simbolico per la Città, essendo S. Antonino patrono di Piacenza. In alternativa, lo/la porterei a mangiare un bel piatto di tortelli piacentini o di pisarei e fasö nelle valli.
[3] Un cosa da leggere, una da guardare, una da ascoltare.
Da leggere: "Pioniere. Le donne che hanno fatto l'Europa" di Pina Caporaso, Giulia Mirandola, Michela Nanut. Da guardare: "Isle of Dogs", di Wes Anderson. Da ascoltare, in ordine sparso: Battiato, Foals, Steve Reich e Louis Cole.
[4] Come spiegheresti il tuo lavoro a una creatura di un altro pianeta?
Partendo dal presupposto che tale creatura conosca bene tanto Babbo Natale quanto i vari anglicismi e che imperversano sui luoghi di lavoro oggi, direi che l'Assessore è come un elfo aiutante di Babbo Natale (il Sindaco), con la differenza che Babbo Natale consegna i regali e lavora solo in un periodo dell'anno, il Sindaco invece deve amministrare una città ogni singolo minuto. Quindi ha bisogno di tanti elfi (la Giunta) per realizzare i vari obiettivi: il policy-making, il fundraising, il project management, lo stakeholder engagement, lo urban planning, il top-down e il bottom-up eccetera. Paragone un po' farraginoso, ma del resto immaginiamo sempre le creature di altri pianeti più intelligenti di noi. Quindi credo potrebbero capirmi bene ;)
[5] Qual è il progetto più stimolante su cui stai lavorando?
Sono troppi. Ma tra tutti direi il rilancio del festival musicale "Tendenze", storica rassegna musicale giovanile piacentina interrottasi per varie ragioni negli ultimi anni. Da musicista e ricercatore, prima che da amministratore, credo tantissimo nella musica quale strumento e contesto estremamente potente e inclusivo per la creatività giovanile, per la crescita/costruzione del sé e per l'unione e l'aggregazione di generazioni diverse in un periodo storico di così grande frammentazione.
[6] Fai una previsione: quale sarà la prossima buzzword del tuo settore?
Impatto generazionale. E speriamo che questo impatto si possa anche concretizzare presto: chiaro, forte e dirompente.
Inoltrato molte volte
Un podcast per una Milano net-zero. Con 7 puntate, 30 voci e oltre 3 ore di registrazione il Comune di Milano, in collaborazione con Istituto Europeo di Design, racconta su Spotify il percorso verso la neutralità climatica della città all’interno del “Climate City Contract”.
Vuoi migliorare il tuo quartiere? Con l’iniziativa “Milano Attiva” il Comune di Milano sta cercando nuove idee per la cura e rigenerazione degli spazi condivisi da cittadini, associazioni e realtà del territorio.
Ritrovare luoghi per la socialità di questi tempi non è sempre semplice, soprattutto quando uscire senza dover pagare è diventato il vero lusso del nostro tempo. Quali sono questi luoghi? Alcuni li chiamano “fourth places”, ma come si chiamano non è importante quanto attivarli per davvero.
Si parla tanto di comunità, ma quale senso le stiamo dando? Riflettere su come usiamo le parole è molto importante, soprattutto quando quelle parole sono fondamentali nel discorso delle politiche territoriali.
[shuffle]
Le nostre tecniche di sopravvivenza durante il Fuorisalone
A Milano è in arrivo la Design Week, che può significare tante cose per chi la vive, dalla confusione generale alla meraviglia. Allora ci siamo chiesti “Come si può sopravvivere (bene) alla Design Week?”. Di seguito trovi come lo faremo noi.
Laura - Se non abiti a Milano c’è una sola tecnica di sopravvivenza: lavorare da casa e seguire cosa succede al Fuorisalone dagli account social di fiducia
Stefano - Esplora il tuo quartiere, lontano dai soliti luoghi. Approfitta di questa occasione per scoprire quel ristorantino che hai sempre rimandato, fare una passeggiata al mercato e cucinare una cena speciale per i tuoi vicini. Guardarti intorno per trovare nuove sorprese a portata di mano.
Tommaso - Armati di un bicchiere da campeggio biodegradabile e gira per i design district alla ricerca di eventi in cui sono previsti aperitivi free; questa tecnica brevettata da anni permette di godersi al massimo l’esperienza del design milanese e di riconnettersi alle proprie origini di studente fuorisede in perenne crisi economica. Per diluire tutto l’alcool in corpo, quest’anno C41 e Rayban organizzano in un chiosco un party open air fatto di elementi tropicali, bassi e atmosfere oniriche.
Matteo - Sicuramente l’installazione di Matilde Cassani Studio a BASE Milano e il classico ALCOVA (attenzione che alcune visite sono da prenotare).
Davide - Imperdibili il pranzo (a sorpresa) delle Letterine di Stefano Mirti ed i consigli di Giacomo Biraghi. Poi basta passeggiare a caso per la città. E qualcosa accadrà.
Matilde - Non cercare di fare tutto. Scegli un quartiere, una mostra, un’amica che ne sa più di te e del buon vino, e difendi quella scelta fino all’ultimo. Se invece soffri di FOMO, vestiti di nero e infilati in ogni showroom con aria annoiata come se stessi capendo che succede, ma non ti piacesse.
Arianna - Fuga dalla città? che suona più come una proposta che un evento è il mio consiglio per la Design Week di quest’anno, per un’ora o un pomeriggio in panciolle ingannando la FOMO.
Luisa - Il Fuorisalone è il momento giusto per provare esperienze del tutto nuove. Ad esempio, non capita tutti i giorni di essere circondati da funghi giganti. Ma in generale, la Design Week è il momento di seguire il naso e l’intuizione, le cose belle si trovano così.
Chiara - A inizio settimana fatevi una passeggiata in città e segnatevi tutti i luoghi con la bandiera di “interni”. Dopodiché fate una gita fuori porta o lavorate in smart lontano da Milano. Quando rientrate, e la Design Week sarà finita, tornate nei posti che vi eravate segnati, gli oggetti di design saranno gli stessi con la differenza che potrete apprezzarli bene e non circondati dal marasma generale.