La parola che scegliamo per descrivere questo momento è densità: di opinioni, conversazioni, eventi, novità. Riconosciamo da più parti l’esigenza di costruire sistemi di orientamento, griglie di comprensione, misure di valutazione, schemi, percorsi ordinati. I nostri progetti spesso partono da queste domande. E così proviamo a fissare alcuni concetti importanti per noi con una nuova rubrica.
E visto che siamo in quel periodo dell’anno, se arrivate in fondo alla lettura trovate anche la nostra personale classifica (di sempre) di Sanremo.
Il negozio barese: tre giorni di laboratorio urbano sul commercio
Da domenica siamo a Bari con il progetto Il negozio barese, per continuare il programma della Scuola barese di commercio.
I partecipanti stanno seguendo 3 giorni di laboratori e visite per la città, per scoprire come comunicare con i clienti attraverso i propri canali social, costruire iniziative in rete con altre realtà locali, attivare azioni generatrici di valore sociale per il territorio e conoscere gli itinerari turistici dello shopping di Bari. L’ultimo incontro sarà dedicato alla costruzione di Bari Shopping Tour, la grande mappa collaborativa dei tour del commercio barese.
La Scuola si inserisce all’interno della strategia di riattivazione dell’economia urbana e del commercio di prossimità della città di Bari, che affianca agli investimenti e alle politiche sul commercio l’attivazione di percorsi di formazione e la creazione di una community locale intorno al progetto. Durante la 3 giorni i partecipanti potranno esercitarsi a mettere in pratica quanto condiviso negli incontri della Scuola per arricchire la propria attività imprenditoriale e la scena del commercio della città.
Guarda qui il programma completo.
Locale, Circolare. Una rete locale per trasformare i quartieri
Connettere gli attori e le iniziative presenti in un quartiere, integrare bisogni, risorse e competenze disponibili a livello locale crea sinergie vitali per i territori.
Da marzo a settembre 2024 accompagneremo BASE Milano in Locale, Circolare: un progetto che nasce per creare una rete locale composta da aziende, cittadini e piccole e medie realtà del terzo settore, per sperimentare insieme progettualità di impatto sociale e culturale e modelli di circolarità non solo economica nell'area Sud Ovest di Milano.
Saranno coinvolte e messe in connessione diverse tipologie di attori, con percorsi laboratoriali di immaginazione urbana, corsi di formazione e la coprogettazione di proposte progettuali generatrici di valore per il territorio.
Noi ci occuperemo del coinvolgimento e dello sviluppo di competenze delle imprese che parteciperanno al progetto, con un ciclo di incontri di formazione gratuiti tra maggio e luglio per scoprire quale può essere il ruolo di un'azienda nel generare valore e innovazione sociale e culturale, a partire dalle proprie risorse e dai bisogni concreti dei territori.
Scopri di più su Locale, Circolare.
Appunti su: Placemaking
Ad ottobre 2023 siamo stati ospiti con Stefano Daelli al panel Design For Placemaking della conferenza IASDR - International Association of Societies of Design al Politecnico di Milano. Nelle ultime settimane ci è capitato di tornarci su così abbiamo chiesto a Stefano di condividere i suoi appunti.
4 cose su cui ho cambiato idea riguardo al placemaking
Dopo diversi anni in cui con FROM abbiamo lavorato su tanti progetti di placemaking, ho scoperto di averne molti preconcetti. Ho deciso di condividere alcune riflessioni perché penso possa essere utile sia per altri professionisti sia per chi si sta avvicinando a questo argomento. Il punto di partenza è la consapevolezza che stiamo entrando in una nuova era di complessità, in tutti i campi: le quattro “lezioni” sono l’effetto del confrontarsi con questa complessità.
1. Conviene guardare al placemaking più come una conversazione continua che come una procedura meccanica.
La complessità difficilmente si sposa con l’idea che un progetto sia un oggetto statico da costruire per tappe. L’itinerario che seguiamo è adattivo, addirittura iterativo.
2. L’essenza del placemaking è creare luoghi e comunità che fanno stare bene.
Il placemaking sottolinea la sfida di bilanciare la qualità della vita con l'attrazione di risorse per permettere il cambiamento all'interno dell'infrastruttura sociale in cui operiamo. Significa unire valori, aspirazioni e bisogni intangibili attraverso la creazione di un luogo. Quindi, nonostante proprio per la sua natura di sintesi riceva frequentemente critiche, questo processo e ruolo sono essenziali se si vuole generare un impatto positivo.
3. Spesso per un luogo è più importante come viene gestito che la funzione che gli si dà.
Una lezione importante è che quando le aspettative della comunità o degli stakeholder di un progetto non corrispondono a ciò che è realizzabile, si può creare uno stallo. Questo problema spesso deriva dalla sottovalutazione dell'importanza di avere un modello di gestione “funzionante”. Man mano che il numero degli attori coinvolti aumenta, diventa essenziale considerare più aspetti e padroneggiare dimensioni finanziarie, sociali, amministrative, politiche ed economiche per essere efficaci e ottenere un impatto significativo.
4. L'aspetto cruciale è affrontare obiettivi e interessi degli attori coinvolti.
Se l’attore pubblico fatica ad essere il mediatore tra i diversi interessi in campo, per il settore privato è vantaggioso adottare un approccio che faciliti la presa di decisioni più eque e fornisca maggiori garanzie nel suo sviluppo. Il corollario è che gli strumenti del placemaking cambiano significato a seconda del momento e di chi li mette in gioco. I passaggi per creare un luogo includono: stabilire una visione, progettare elementi distintivi e attraenti, e infine impegnarsi attivamente nel garantire la sostenibilità dell'iniziativa.
[Q&A] 6 domande a Martina Corbella
Per il secondo appuntamento di Q&A vi facciamo conoscere Martina Corbella, architetto e Co–founder dell’agenzia creativa PALE BLUE D°T, insieme a Giulia Busso. PBD° si occupa di strategie di comunicazione, digital media e progetti editoriali. Martina è anche tra i founder dello spazio culturale indipendente SUPERATTICO.
Rompiamo il ghiaccio: raccontaci un tuo guilty pleasure
Guardare The Great British Bake Off, il programma di pasticceria della BBC. Un mix di burro e humour British.
Qual è il primo posto dove porteresti chi non ha mai visitato la tua città?
La cripta di San Sepolcro della Biblioteca Ambrosiana, il centro esatto di Milano.
Un cosa da leggere, una da guardare, una da ascoltare
Da leggere: Tutti i nostri ieri di Natalia Ginzburg. Da guardare: Foglie al vento di Aki Kaurismaki. Da ascoltare: Bistro Fada di Stephane Wrembel.
Come spiegheresti il tuo lavoro a una creatura di un altro pianeta?
Spiegherei che nel mio lavoro cerco di esercitare un impatto duraturo attraverso l'espressione autentica e significativa dell'arte e della cultura.
Qual è il progetto più stimolante su cui stai lavorando?
La comunicazione digitale e la content production per la meravigliosa mostra di Ron Mueck presentata da Fondation Cartier in Triennale Milano.
Fai una previsione: quale sarà la prossima buzzword del tuo settore?
Digital Curation. Come selezione, curatela e presentazione di contenuti culturali digitali.
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Inoltrato molte volte
Il report 2023 Periferie più giuste di Legambiente mette in evidenza il forte legame tra giustizia ambientale e sociale, mostrando come le disuguaglianze siano un ostacolo sulla via della transizione ecologica.
Come sta cambiando Milano? Un giorno a Milano è il podcast del giorno per scoprire la città e i suoi quartieri con Francesco Billari, demografo e rettore dell'università Bocconi.
Impact 26 è l'iniziativa di Fondazione Milano Cortina 2026, Yunus Sports Hub e Fondazione Giacomo Brodolini per promuovere inclusione e sviluppo economico nell'organizzazione dei Giochi Olimpici e Paralimpici del 2026, attivando collaborazioni con le imprese dell'Economia Sociale e Solidale e gli imprenditori sociali.
50 consigli per un’alimentazione sana e sostenibile, una nuova edizione dell’ufficio Food Policy del Comune di Milano per attivare abitudini orientate alla sostenibilità in campo alimentare.
Come trasformare distretti aziendali urbani in quartieri residenziali? Secondo Street Sense, a partire dai marciapiedi.
Participatory Futures. A guide to mission-oriented temporary use in urban regeneration è un manuale sviluppato dal progetto Horizon 2020 T-Factor, risultato di tre anni di ricerca e sperimentazione sulle pratiche di uso temporaneo in diverse città e aree urbane europee.
Fondazione Cariplo lancia la Call for projects BeiLuoghi per sostenere progetti di rigenerazione urbana a base culturale, associata a strumenti formativi specifici per enti pubblici e del terzo settore.
FROM Shuffle — Sanremo edition
Piazza grande (1972) Lucio Dalla. Perché insieme ad Attenti al lupo era tra le canzoni che più si cantavano a casa. (Matilde)
Maledetta Primavera (1981) Loretta Goggi. Perché anche se all’inizio della sua carriera le avevano sconsigliato di fare la cantante la sua canzone è diventata un successo internazionale. (Chiara)
Gianna (1978) Rino Gaetano. Perché è arrivata terza, ma la sappiamo tutt*! (Laura)
Sotto Casa (2013) Max Gazzè. Perché in 14 anni Gazzè ha presentato 4 canzoni a Sanremo tutte scolpite nella memoria: Una musica può fare (1999), Il timido ubriaco (2000), Il solito sesso (2008) e in ultimo Sotto Casa. Scelgo proprio Sotto casa perché: è l’ultima del filotto, parla di ascolto con ironia e ha la linea di basso “prima - quinta dell’ottava più bassa” o “tonica - dominante dell’ottava più bassa” che fa tanto Manu Chao. (Matteo)
Una vita in vacanza (2018) Lo Stato Sociale. Leggerezza pre pandemia. (Davide)
La terra dei cachi (1996), Elio e le Storie Tese. Perché i primi a vincere Sanremo arrivando secondi. (Stefano)